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giovedì 30 aprile 2009 (ore 21.30) – venerdì 1 maggio 2009 (ore 22.00)
la proiezione di giovedì 30 aprile inizierà come di consuetudine alle 21:30

 
*THE INTERNATIONAL* di Tom Tykwer
con Clive Owen, Naomi Watts, Ulrich Thomsen, Armin Mueller Stahl [U.S.A./Germania, 118′, thriller]
Un po’ alla James Bond, un po’ alla Jules Verne, Owen gira come un matto per grandi città e scoperchia un affaraccio di loschi banchieri del Lussemburgo che reggono le fila di un commercio d’armi mondiale. Si corre molto in The International di Tykwer (così come in Lola corre, sua opera più celebre) ma ci si ferma anche parecchio sui primi piani di un cast curiosamente assortito, tra gli altri: Naomi Watts, Armin Mueller Stahl, veramente mefitico; Luca Giorgio Barbareschi, elegantemente milanese. Il parlamentare del Popolo delle libertà è la ciliegina sulla torta del cast. Perchè il film di Tom Tykwer passa dall’Italia e vi si sofferma parecchio. Barbareschi è Umberto Calvini, leader del movimento politico Futuro Italiano (F.I. per Tykwer non è acronimo casuale), imprenditore invischiato nel commercio d’armi che al grido di «Il futuro che desideri» fa comizi in piazza per diventare primo ministro. The International è un melange di tensione e paranoia da film americano anni ’70, con tanto di doppio sparo modello JFK , e di j’accuse contro l’intreccio globale tra capitale, armi e morte. «E’ un film che racconta la cruda realtà», afferma il quarantaquattrenne regista tedesco, «certo non parlo di tutte le banche, ma molte sono proprio come le ho descritte in questo lavoro e comunque questa è la filosofia che governa oggi il mondo e su cui passa la nostra vita». The International è subito spy-story da viaggio, da corsa e da sfilata architettonica. Berlino, Milano, New York, Lione e Istanbul, con le loro più rappresentative e moderne costruzioni urbane, fanno da sfondo allo scapicollarsi rabbioso di Salinger, accompagnato dalla fugace presenza del procuratore distrettuale di New York Whitman (Naomi Watts). Sulle tracce della IBBC, i due scopriranno legami politici di risonanza internazionale. La scena più spettacolare del film è un’iperbolica sparatoria che fa cadere letteralmente a pezzi il museo Guggenheim (ricostruito in una fabbrica dismessa).

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