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FONDAZIONE FESTIVAL PUCCINIANO & CRA-INITS – Sabato 21 maggio 2011 – ore 21:00

 

Evocazioni dantesche Gianni Schicchiin collaborazione con

COMPAGNIA TEATRALE PROGETTO IDRA e AXE BALLET

presentano

DANTE & PUCCINI

“GIANNI SCHICCHI E I FALSARI IN MALEBOLGE”


nella prima parte la conferenza-spettacolo Evocazioni Dantesche (Immagine, Danza, Musica e Parola)

e a seguire la messa in scena della famosa opera lirica di Puccini in atto unico – presso l’Auditorium Enrico Caruso del GRAN TEATRO GIACOMO PUCCINI – Torre del Lago (Lucca)


La conferenza-spettacolo della prima parte della serata, “Evocazioni Dantesche“,

in cui OGNI COMPONENTE ARTISTICA E’ INTEGRALMENTE ORIGINALE,

è ideata da Marino Alberto Balducci e Arianna Bechini

per Carla Rossi Academy – International Institute of Italian Studies

 

con il patrocinio del MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

e Regione Toscana, Provincia di Pistoia, Comune di Montecatini Terme

Società Dantesca Italiana (Firenze), Società Dante Alighieri (Roma),

Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali (Ravenna)

 

e realizzata in collaborazione con Compagnia Teatrale Progetto Idra e Axe Ballet

con musiche elettroniche di Andrea Pozzi (Sensory Gate)

visualizzazioni pittoriche di Marco Rindori

scenografie digitali di Arianna Bechini

 

 

Il cast di Progetto Idra: Silvia Prioreschi, Marco Arrigoni, Marino Filippo Arrigoni, Ronny Arrigoni, Nicola Fanucchi, Ugo Manzini, Simona Vannelli, Giulia Palamidessi.

 

Per info, prenotazioni e prevendita: tel. 0584359322 – ticketoffice@puccinifestival.it

BIGLIETTO: € 15,00


 

SINOSSI:

Siamo nel carcere dei fraudolenti che è Malebolge ed è la penultima parte d’inferno. In particolare, qui ci troviamo all’interno dell’estrema bolgia, la decima, quella che appare come un enorme hospitale dove si trovan raccolte diverse tipologie di falsari affetti dai sintomi di malattie svariatissime. Il Pellegrino e Virgilio si muovono come due medici durante il giro canonico di osservazione dei loro pazienti. I vari reparti dell’ hospitale mostran per simboli i quattro stadi canonici di ogni processo alchemico per la creazione dell’oro (Nigredo, Albedo, Citrinitas e Rubedo). L’oro comunque si può creare soltanto, nella sua forma purissima e vera, se alle fasi degli esperimenti riesce a corrispondere la progressiva purificazione dell’animo dell’alchimista. Qui nell’inferno, ovviamente, il processo di trasformazione avrà degli esiti fallimentari, rappresentati dal conclusivo contrasto fra Mastro Adamo e Sinone, il quale, alla risolutiva congiunzione di opposti (la parte ideale e ultima di ogni processo alchemico) sostituisce viziosamente il cerchio dell’odio e dell’insulsaggine. Per quanto riguarda l’opera alchemica in particolare, nel canto XXIX  la guida e il pellegrino avevano esaminato l’intero hospitale dall’alto di un ponte roccioso, mentre esso appariva loro come una sorta di lazzaretto degli appestati a causa dell’opprimente odore di corruzione (e questo è il simbolo della Nigredo). In seguito, il primo gruppo specifico di ammalati esaminato diventa quello degli alchimisti imbroglioni, Capocchio e Griffolino, che sembrano come scabbiosi e in continuazione si grattano (così si rappresenta l’Albedo). Successivamente, all’inizio del canto XXX, arrivano all’improvviso, correndo come dei porci fuggiti dal loro serraglio, due fra i rabbiosi impazziti e idrofobi che, nella furia bestiale, ricordano al Pellegrino alcuni fra i personaggi famosi del mito tragico greco. Sono la Mirra, cantata dai versi di Ovidio, e Gianni Schicchi, burlone fiorentino del Duecento (così si introduce il primo stadio della Citrinitas). Questi ultimi due fra i dannati rappresentano i falsificatori di sembianze, hanno cioè falsificato il loro stesso aspetto, l’identità personale. Il terzo gruppo ospedaliero è degli idropici (che svelano dunque il secondo stadio della Citrinitas) di cui è esponente di spicco Mastro Adamo dell’Anglia che è stato nel mondo falsificatore di monete e è morto sul rogo. Gli estremi pazienti esaminati sono quelli affetti da febbri acutissime e perniciose. Giacciono stretti insieme e sono, precisamente, la moglie di Putifarre, il flabellifero del Faraone d’Egitto, e il greco Sinone del grande inganno di Troia (il loro fuoco febbrile è l’emblema della Rubedo). L’uomo e la donna, in questo caso, son due bugiardi e mostrano in fine l’orrenda contaminazione della più alta ricchezza dell’uomo: il linguaggio, che è segno puro del nostro pensiero.

 


Per informazioni: c.rossiacad@cra.phoenixfound.itwww.cra.phoenixfound.itinfo@progettoidra.it


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