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giovedì 24/11/2011 (ore 21.30) venerdì 25/11/2011 (ore 22.00)

 

QUANDO LA NOTTEdi Cristina Comencini con Claudia Pandolfi, Filippo Timi, Thomas Trabacchi, Denis Fasolo [drammatico, 114’, Italia, 2011]

Estate. Marina, sposata e con un bambino piccolo, arriva in montagna per trascorrere un mese di vacanza con lui. La casa in cui alloggia è fuori dal paese ed appartiene al solitario e cupo Manfred, guida alpina. Il piccolo piange e non dorme esasperando Marina. Finché una notte accade qualcosa nel suo appartamento. Manfred sfonda la porta, trova il bambino ferito e lo soccorre. Da quel momento ha inizio una sorta di indagine reciproca: Marina e Manfred hanno dentro delle ferite che cercano inutilmente di nascondere anche a se stessi. Cristina Comencini porta in scena un suo romanzo dalle tematiche interessanti. Si parla del terremoto emotivo che scuote una donna nel momento in cui diventa madre. Siamo abituati alle mamme da spot che allattano felicemente in elegante tailleur, fanno i lavori di casa sculettando, lavorano con profitto per otto o più ore al giorno e trascorrono notti di passione infuocata e appagante. La protagonista Marina appartiene, invece, al vasto gruppo di donne che la televisione indaga solo nelle derive cronachistiche: quello di chi vive con difficoltà, sensi di colpa e conflitti il proprio ruolo materno. Con grande sensibilità la Comencini sceglie quindi una protagonista irrisolta, che trova nella magrezza spigolosa e nell’espressività misurata di Claudia Pandolfi un’interprete perfetta, e la colloca in un ambiente inconsueto e ostile, il piccolo paese di Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa. Come spesso accade, per lo più al cinema, a sbloccare il black-out emotivo in cui stagna Marina, arriva uno sconosciuto, nel caso specifico la guida alpina Manfred (Filippo Timi). L’incontro in punta di piedi sarà risolutivo per entrambi. Comencini costruisce un film capace di affrontare un tema inusuale con delicatezza, cercando di ammantare di cinema la voglia di rendersi comunicativo. Irritanti le risate e gli sfottò con cui il film è stato accolto al Festival di Venezia, alla proiezione per la stampa, da una platea con il fucile spianato.

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