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L’Idra

L'IDRAPoesia interpretata con “una voce e sette corpi” durante la manifestazione per la lotta contro l’AIDS in Piazza della Repubblica a Firenze

1 dicembre 2003.

 

Lo spettacolo ruota attorno ai problemi esistenziali di ognuno di noi e che vengono espressi con vari monologhi e lavori a coppia fino al momento clou dell’evento in cui tutti gli attori si amalgamano in un lavoro di gruppo imperniato sul ‘mostro’.

‘Mostro’ che molte persone vivono o hanno vissuto sia sul piano fisico sia sul piano psichico.

 

Attori: Marino Filippo Arrigoni, Ronny Arrigoni, Cristina Balducci, Chiara Malucchi, Daniela Moschini, Ilaria Tavanti, Grazia Terreni.

Regia di Marino Filippo Arrigoni




L’Idra


Dal nulla apparve cavalcando la mia noia

strisciando nel silenzio della mia quiete

insinuandosi nella calma stanca dei miei giorni.


Lo vidi, maligno

protetto dalla sua palude

e già le nebbie mi offuscavano la mente

e gli umidi vapori avvinghiavano i vigorosi tronchi dei miei pensieri

succhiandone via il meglio dei sogni.


“No, vattene!”


Lo vidi e già era in me

mostruoso, degenerato essere

eppure nulla ne presagì l’irreparabile rovinoso arrivo.


“Perché… perché a me?”


Trattenni il fiato per non respirarne l’alito,

con pugni d’orgoglio mi scagliai

a serrargli quella bocca che emanava il velenoso tanfo.


“Inutile!”


Altre bocche comparvero.

Sette!

Sette bocche avide d’assorbire fantastiche sensazioni

per lasciare solo l’arido vuoto del nulla.

Sette teste unite da un corpo deforme a spargere sterile vita d’inerzia.


“Come posso scacciarti mostro?!”


Io debole

stanco d’insuccessi,

sazio solo di sogni impossibili chiusi in un’anonima sfiducia.


“Come posso combatterti mostro?!”


Le mie mani come lame colpivano,

ma ogni volta la testa recisa cresceva triplicandosi infame.


“Come posso distruggerti mostro?!”


L’improvviso silenzio m’impaurì

come fosse ormai l’epilogo dei miei pensieri.

Ancora tremando nell’incubo udìì, flebile, un suono

forse una voce, sì una voce:


“Tu l’hai evocato… tu solo puoi distruggerlo!”


Smisurata forza m’invase

e colpii quell’unica testa mortale.

Il fragore di urla vorticò la nebbia lontano

e asciugò i vapori della palude schiarendo i miei pensieri.


E di nuovo son qui a rincorrere sogni…



L’autrice della poesia è ANNAMARIA RUGANI

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